Metamorfosi del segno tra Secessione e Futurismo
opere di:
Giacomo Balla, Felice Carena, Michele Cascella, Raoul dal Molin Ferenzona,
Giulio D'Anna, Adolfo De Carolis, Ercole Drei, Carlo Erba, Ferruccio Ferrazzi,
Johann Jakob Frey, Edoardo Gioja, Vittorio Grassi, Giovanni Guerrini,
Camillo Innocenti, Guido Marussig, Ivan Mestrovic, Arturo Noci, Fausto Pirandello,
Giulio Aristide Sartorio, Attilio Selva, Gino Severini, Gustavo Simoni, Mario Sironi,
Armando Spadini, Thayaht
a cura di Lela Djokic
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19 maggio - 29 luglio 2011
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Disegni, pastelli, acquerelli e tempere di artisti italiani a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Sono trenta le opere su carta in mostra alla Nuova Galleria Campo dei Fiori a partire da giovedì
19 maggio 2011.
Apre la rassegna una tempera di Giulio Aristide Sartorio, Campagna romana con papaveri (c. 1893),
recentemente riemersa da una prestigiosa collezione romana, dove alla luminosità dei fiori
del mese di maggio, si contrappone la staticità di una casupola e di un covone compiti nel cielo.
Seguono i disegni e un pastello di tre pittori del gruppo dei XXV della Campagna Romana:
Camillo Innocenti, Vittorio Grassi e Arturo Noci.
Fra le opere di ambientazione orientalista, troviamo artisti come Johann Jakob Frey,
svizzero ma romano di adozione. L'artista prese parte nel 1842 ad una celebre spedizione archeologica
in Egitto e a questo soggiorno risalgono gli acquerelli esposti. Un altro orientalista in mostra è
Gustavo Simoni che ha viaggiato in più riprese nell'Africa del Nord dove ha
ambientato l'acquerello in mostra Suonatori arabi (1898).
Fra i Simbolisti si espongono il marchigiano Adolfo De Carolis,
il triestino Guido Marussig e il toscano Raul del Molin Ferenzona
di cui si presentano tre tempere di uno zodiaco simbolista.
Giunge sempre da una storica collezione di Roma una inedita matita di Gino Severini del 1940,
Ritratto di giovane uomo. Alla stessa collezione appartengono due disegni del grande
scultore dalmata Ivan Mestrovic, formatosi a Vienna in seno alla Secessione, e
un autoritratto di Felice Carena del 1908. Seguono i disegni di altri due scultori: il
faentino Ercole Drei e il triestino Attilio Selva.
Due gli autori futuristi in mostra: il toscano Thayaht e il siciliano Giulio
D'Anna. Sono di ispirazione cubo-futurista un acquerello e una tempera di
Ferruccio Ferrazzi.
Di Armando Spadini si espongono alcuni disegni per i quali ha posato la figlia Anna
nel 1912, mentre di Giovanni Guerrini un lavoro preparatorio per i mosaici per il
Salone Centrale del Palazzo dei Congressi a Roma (c. 1941), oltre ad alcuni disegni di figure femminili.
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Scultori italiani tra Simbolismo e Déco
opere di:
Giovanni Battista Amendola, Libero Andreotti, Leonardo Bazzaro, Alfredo Biagini, Leonardo Bistolfi,
Amleto Cataldi, Filippo Cifariello, Nicola D'Antino, Ercole Drei, Alberto Gerardi,
Edoardo Gioja, Camillo Innocenti, Arturo Martini, Ivan Mestrovic, Publio Morbiducci,
Giovanni Prini, Attilio Selva, Giovanni Battista Tedeschi, Attilio Torresini,
Paolo Troubetzkoy, Angelo Zanelli, Ettore Ximenes
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a cura di Lela Djokic
26 ottobre - 31 dicembre 2011
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Una mostra interamente dedicata ai percorsi della scultura italiana in un periodo ricco di fermenti innovativi quale è
quello a cavallo tra Otto e Novecento. Si inaugura mercoledì 26 ottobre 2011 alla Nuova Galleria Campo dei Fiori
la rassegna curata da Lela Djokic che ha raccolto una trentina di opere tra bronzi, marmi, gessi, bassorilievi in legno e terracotte
dei più significativi scultori tra Simbolismo e Déco.
In primo piano la Bagnante di Alfredo Biagini, la "castigatissima figuretta bronzea" che aveva suscitato l'interesse di
Ugo Nebbia alla Biennale di Venezia del 1924. E' la scultura della "fontanina nella sala estrusca" citata da Cipriano Efisio Oppo
nel descrivere la Quirinetta, ritrovo mondano della Capitale ricavato dall'architetto Marcello Piacentini nei sotterranei del
Teatro Quirino.
Di straordinaria importanza è anche la Donna che si fa la treccia (1920) di Libero Andreotti, opera del nuovo
corso post-parigino nel quale lo scultore toscano recupera i valori della classicità italiana da Pisano a Canova.
Un altro esemplare della scultura è conservato al Museo d'Arte Moderna di Stoccolma.
Due i bronzi nei quali si coglie ancora l'impronta del Naturalismo di tradizione ottocentesca: lo Zampognaro del romano
Camillo Innocenti e un'opera orientalista del milanese Leonardo Bazzaro. Tra le sculture di fine Ottocento, un altro bronzo,
Il kimono, del napoletano Giovanni Battista Amendola.
Si deve a Edoardo Gioja l'originale e raffinato bassorilievo ligneo La Ridda dei pesci (1897), eseguito per la sala da pranzo
liberty del villino Manzi di Roma.
Dello scultore bresciano Angelo Zanelli si espone una coppa in bronzo con fregio figurato (1911) proveniente da una storica collezione romana.
Dello stesso periodo sono una piccola Bagnante in bronzo di Amleto Cataldi, la figura femminile in gesso di Arturo Martini e
il grande disegno (Idillio pastorale) dello scultore dalmata Ivan Mestrovic.
Di Filippo Cifariello si espone I coniugi Pinto, gesso eseguito nel 1919 durante la breve fase simbolista della scultore pugliese.
Un altro esemplare della scultura si trova dal 1934 alla Pinacoteca Provinciale di Bari. Sono invece di gusto Neoclassico le due teste
in marmo di Nicolò D'Antino, appartenute alla collezione di un Ministro del Ventennio. Il Cavallo in bronzo di Publio Morbiducci
è uno dei modelli per la Quadriga del Palazzo dei Congressi di Roma.
Tra gli scultori vissuti a Roma all'inizio del Novento negli atelier della storica Villa Strohl Fern, si espongono il faentino
Ercole Drei, il veneto Attilio Torresini e il triestino Attilio Selva, mentre è del ligure Giovanni Prini la testa di bimbo,
gesso esposto nel 1931 alla I Quadriennale Romana.
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Nuova Galleria Campo dei Fiori | via di Monserrato, 30 - 00186 Roma ITALIA | tel. +39.06.68804621
orario: lu-sa 10.00/13.00 - 16.00/19.00 | chiusura lunedì mattina e festivi |
email:
info@majartecontemporanea.com
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ultimo aggiornamento: 31 dicembre 2013 | utenti collegati: 38
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