"Passeggiate romane" - dalle Secessioni alla Scuola Romana
opere di:
G. Capogrossi, F. Carena,
G. Ceracchini, R. Francalancia,
C. Innocenti, E. Lionne,
G.A. Sartorio, A. Spadini,
R.G. Battaini, L. Bistolfi,
A. Bocchi, F. Cangiullo,
F. Cifariello, B. Croatto, N. D’Antino,
R. dal Molin Ferenzona, E. Drei,
D. De Angelis, G. Guerrini,
L. Laurenzi, G. Prini, A. Torresini
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
19 settembre - 16 novembre 2013
|
|
Ideata come "Passeggiata" attraverso i diversi movimenti artistici dei primi decenni del Novecento,
la Mostra che si inaugura il 19 settembre 2013 alle ore 17 alla Nuova Galleria Campo dei Fiori,
rende omaggio ad artisti romani e ad altri maestri attivi nella capitale negli anni fra le due guerre,
facendone emergere le differenti poetiche e i diversi linguaggi.
Strettamente legati alla Scuola romana sono: Giuseppe Capogrossi (1900 – 1972) con una straordinaria
e inedita opera figurativa Ponte di ferro [o] Ponte del soldino (1928), che restituisce l'incanto di un
angolo della Roma sparita; Riccardo Francalancia (1886 - 1965), di cui si espone il dipinto Monte Soratte
(1926), presentato nel 1928 alla prima Mostra romana dell'artista e mai più esposto, una icona così
antinaturalistica da lambire la pittura astratta; Gisberto Ceracchini (1899 - 1982) con il dipinto
Pastorale con il quale l'artista partecipa nel 1943 alla IV Quadriennale, un inno alla pace in mezzo
agli orrori della guerra.
Di matrice divisionista Alla toilette di Camillo Innocenti (1871 – 1961), un esempio tra i
più significativi della sua poetica intimista, eseguito a Parigi tra il 1912 e 1915. La tecnica della pittura
divisa si ritrova anche in un raro Ritratto di Salvatore Di Giacomo (1908) del napoletano Enrico Lionne
(1865 - 1921), maestro in quegli anni di Umberto Boccioni.
Di Armando Spadini (1883 - 1925) in mostra La pettinatrice, un capolavoro proveniente da una
storica collezione, eseguito nel novembre del 1918 nel clima di fine guerra ed esposto nel 1931 alla I Quadriennale
Romana. Dello stesso autore una vivace Natura morta del 1915.
Si segnalano di Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932) una scena della Grande Guerra del 1917 Baraccamenti
a Boneti sul Carso e due opere di Felice Carena (1879 - 1966), Nudo del 1927 e una Veduta di
Roma.
Sempre tra le nature morte si espone del triestino Bruno Croatto (1875 - 1948) una Coppa rossa
con melograni, espressione di un naturalismo puro e raffinato con un'attenzione meticolosa al dato reale che
ritroviamo anche nel Vaso di rame e mele di Rino Gaspare Battaini (1898 – 1960).
Tra gli artisti che hanno lavorato e vissuto a Roma a Villa Strohl-fern si espongono un dipinto di Amedeo
Bocchi (1883 - 1976) che ritrae la Villa nel 1930 e le sculture del faentino Ercole Drei (1886 – 1973) e
del veneto Attilio Torresini (1884 – 1961).
Rimanendo nell'ambito della scultura sono presenti due raffinate teste in marmo bianco di gusto
Neoclassico dello scultore abruzzese Nicolò D'Antino (1880 - 1966), appartenute alla collezione di
un Ministro del Ventennio; di Filippo Cifariello (1864 - 1936) il gesso I coniugi Pinto,
eseguito nel 1919 durante la breve fase simbolista della scultore pugliese.
|
|