Persone Quadro di Figura nel Primo Novecento
opere di:
C. Barbella (1852-1925), A. Biagini (1886-1952), F. Carena (1879-1966),
A. Cataldi (1882-1930), L. Cecchi Pieraccini (1882-1977), F. Cifariello (1864-1936),
G.B. Crema (1883-1964), A. Dazzi (1881-1966), D. De Angelis (1885-1925),
E. Drei (1886-1973), F. Ferrazzi (1891-1978),E. Gioja (1862-1937),
G. Guerrini (1887-1972), C. Innocenti (1871-1961),A. Issupoff (1889-1957),
E. Lionne (1865-1921), B. Longoni (1876-1956), A. Mancini (1852-1929),
A. Noci (1874-1953), F. Nonni (1885-1976), F. Pirandello (1899-1975),
G. Prini (1877-1958), A. Raphael (1895-1975), I. Santini (1857-1947),
G. Signorini (1857-1932), G. Simoni (1845-1926), A. Spadini (1883-1925),
A. Torresini (1884-1961), L. Viani (1882-1936), A. Zumino (1864-?)
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
24 marzo - 26 maggio 2007
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La Nuova Galleria Campo dei Fiori inaugura sabato 24 marzo 2007 una mostra dedicata al quadro di
figura nel Primo Novecento.
La parola persona deriva dal greco πρόσωπον (prósōpon) e significa maschera dell'attore.
Gli "attori immortalati" dai diversi artisti nei trenta dipinti e dieci sculture esposti, hanno percorso i scenari
della vita nei primi decenni del XX secolo, come la freddolosa giovane dama con pelliccia di volpe, inedito
dipinto di Giovanni Guerrini del 1912. Dello stesso artista faentino è Annuncio di maternità
o Le tre età (1930).
Dei primi decenni del secolo scorso sono due ritratti a figura intera di Edoardo Gioja:
Armida che suona il violino (c. 1914) e Ritratto di Charles, dipinti in Inghilterra durante il lungo
soggiorno londinese dell'artista.
Di particolare interesse sono le tre opere divisioniste Ritratto di Salvatore Di Giacomo (1908) di
Enrico Lionne, lo splendido Ritratto virile (1912) del romano Arturo Noci e infine
Riflessi e sorrisi (1920-21) del lombardo Baldassare Longoni, esposto nel 1924 alla Biennale di Venezia.
Tre gli artisti toscani: Galileo Chini, Lorenzo Viani e Arturo Dazzi con Nudo di fanciulla,
un grande olio esposto nel 1935 alla II Quadriennale di Roma.
Chiude la rassegna un artista di indiscussa fama come Fausto Pirandello del quale sono esposti due pastelli
(Bagnanti).
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Thayaht (1893 - 1959) dal Futurismo a Gauguin
a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
25 ottobre - 31 dicembre 2007
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La Nuova Galleria Campo dei Fiori apre la stagione espositiva con una mostra
dedicata ad un singolare artista del movimento futurista: Thayaht (Firenze 1893 –
Marina di Pietrasanta 1959).
Thayaht, il cui vero nome è Ernesto Michahelles, nasce a Firenze nel 1893
da padre svizzero-tedesco e madre anglo-americana.
Formatosi in un ambiente cosmopolita e stimolante – studia a Firenze,
Parigi e New York - si misura presto con varie discipline artistiche come la scultura
e la pittura. Nell'ambito delle arti applicate, oltre che disegnatore e creatore di moda,
realizza costumi e scenografie teatrali. Deriverà da questo tipo di formazione
eclettica e cosmopolita la tendenza a piegare l'ispirazione futurista in direzione del
design, della grafica e degli oggetti d'uso. Nonché l'inflessione morbida ed elegante
di molte sue creazioni che alludono a una poetica del gioco e a un'idea dello stare a
proprio "agio" nel mondo. Nel 1919 ad esempio inventa la "tuta", indumento che diventerà
nei tempi moderni abito di lavoro di svariate categorie e capo d'abbigliamento quotidiano
non soltanto di lavoro. Nel 1929 conosce Marinetti ed entra a far parte ufficialmente
del movimento futurista. Nello stesso anno partecipa alla Mostra dei trentatre futuristi
alla Galleria Pesaro di Milano.
Prende parte ad importanti esposizioni, come le Biennali delle Arti Decorative di Monza
(edizioni del 1923 e 1927), le Biennali di Venezia, le Triennali di Milano del 1933 e 1936,
la I° Quadriennale romana del 1931. Muore nel 1959 a Marina di Pietrasanta.
L'esposizione comprende 30 opere fra oli, tempere, acquerelli e la celebre scultura "Violinista".
Degli anni '20 sono esposti preziosi acquerelli con fiori futuristi ed elementi decorativi.
Ad un periodo successivo appartengono i lavori che risentono della suggestione esercitata
su Thayaht da Gauguin e dai temi tahitiani, che lui stesso vorrà riunire in una mostra dedicata
a Forte dei Marmi nel 1950 dal titolo Omaggio a Gauguin. Una sorta di "ritorno all'indietro": dal futurismo a Gauguin. Grazie al quale l'artista
recupera motivi floreali tipici dello Jugendstil mescolati alla nostalgia esotica suggeritagli
dal grande artista francese.
La figura di Thayaht è stata indagata in alcune recenti mostre pubbliche e private, tra
le quali Thayaht futurista irregolare al Museo MART di Rovereto, che tuttavia non includevano
proprio il «Thayat à la Gaugain».
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