Primo Novecento. Vedute, paesaggi, ritratti, nature morte
a cura di Daina Maja Titonel
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27 marzo - 30 aprile 2004 |
recensioni su web:
Exibart - Primo Novecento
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L'esposizione è un tentativo di documentare attraverso i lavori di differenti artisti
una stagione ricca di linguaggi pittorici, scegliendo le opere che in qualche modo
li rappresentano e che sono in linea con la grande tradizione ottocentesca.
Si espongono 20 opere tutte dei primi anni del Novecento ad eccezione di una veduta
del 1894 del pittore tedesco Willy Hamacher che apre la mostra con la forza di
un tramonto divisionista sul porto di Genova. Sempre in ambito divisionista sono esposti
un ritratto a mezza figura del pittore Enrico Lionne, maestro di Boccioni;
una Maternità (1911) di Ferruccio Ferrazzi ispirata alla Madonna del Parto
di Piero della Francesca; Valeria con fiocco verde (c. 1918) di Giovan Battista Crema.
Tre sono le nature morte di cui due accomunate dallo sfondo scuro in cui spicca con forza
il colore dei fiori ritratti: violette per Francesco Trombadori e gladioli per
Arturo Noci, la prima circa del 1915 e la seconda del 1934. E ancora violette
nella natura morta di Cesare Maggi (1920 c.). Di ispirazione simbolista i Glicini
di Guido Marussig (1908 c.) mentre di Armando Spadini si espone il
Bozzetto per la Bagnante del 1923. Antonio Mancini è presente con una
Carmen del 1915. Una sezione della mostra è dedicata a paesaggi, vedute e scorci
di città: di Cangiullo è la Strada di Parigi circa del 1911,
un anno prima dell’adesione da parte dell’artista al futurismo, opera ancora influenzata
dall’impressionismo francese. Di Marussig è esposto Parco Vendramin
(Venezia) del 1907, oltre ai Glicini. Per le vedute: Ischia di Romolo
Leone e Gubbio la città vecchia (1926) dell’artista modenese Vellani Marchi.
Per i paesaggi un olio di Amedeo Bocchi, Castel Giubileo, del quale si
espone anche Villa Strohl-Fern (Roma 1930). Di Carlo Prada Paesaggio
lacustre, dove un albero solitario si affaccia su di un lago tratteggiato alla maniera
divisionista. Di Giulio Aristide Sartorio Stretto di Magellano,
eseguito dall’artista durante il suo viaggio in America Latina nel 1924.
E ancora un bellissimo pastello di Casciaro, Pergolato e mandorlo in fiore.
Conclude la rassegna un inedito capolavoro di Felice Carena, Nudo del 1927.
La mostra sarà aperta fino al 30 aprile.
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"Roma o cara". La città ritratta, 1774 - 1945
a cura di Lela Djokic con la collaborazione di
Daina Maja Titonel
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18 settembre - 13 novembre 2004 |
recensioni su web:
Roma One - "Roma o cara": ritratti della città
.:. T9TV - Roma o cara
.:. Exibart - Roma o cara
.:. Eventi d'arte - Roma o cara. La città ritratta. 1774-1945
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Anche quest’anno la Nuova Galleria Campo dei Fiori partecipa all'iniziativa della Notte
Bianca promossa dal Comune di Roma per sabato 18 settembre 2004.
In mostra olii, acquerelli, pastelli, disegni, incisioni, sculture, fotografie d’epoca dei più
noti artisti che con le loro opere hanno rappresentato i luoghi della “città eterna” e della
sua celebre campagna. Da un lato, Roma com’era con i suoi monumenti e la sua gente, nel
suo aspetto più spettacolare e più popolare; dall’altro, gli artisti
sedotti dai paesaggi e panorami che fanno rivivere cogliendone l’essenza e
l’incantesimo. Da questo scenario emergono le opere di grandi figure di pittori
come il napoletano Giacinto Gigante che, con una veduta del Tevere a Ripa Grande
del 1844, si eguaglia per la straordinaria qualità alle celebri vedute di Vanvitelli.
Giacomo Balla è presente con una piccola tavola divisionista: Villa Borghese sotto la
neve del 1902. Villa Borghese fà da sfondo anche alla Bagnante di Armando Spadini
del 1923. Del 1950 è Il Tevere a Ponte Margherita di Carlo Socrate.
Accanto agli artisti italiani (F. Anivitti, A. Bertaccini,
A. Bocchi, O. Carlandi, E. Coleman, H. Corrodi, V. Cusatelli, M. De
Franceschi, V. Giovannini, V. Grassi, P. Joris, L. Mariotti, V.
Menegozzo, G. Pastina, F. Rinaldi, E. Roesler Franz, F. Schianchi,
P. Sassi, G. A. Sartorio, C. Socrate, L. Surdi)
troviamo una ricca presenza di pittori straneri, attivi a Roma, o
comunque ispirati dalla città, artisti che insieme hanno contribuito a diffondere nell’immaginario
collettivo il mito di Roma: R. Allot, J. J. X. Bidauld, C. L. Clerisseau,
J. Fay, K. L. Frommel, C. Gore, C. Haag,
C. Haase, A. Hertel, A. Jensen, A. Kirnig, F. Knebel, W. Linde,
V. J. Nicolle, J. Nicole, C. Petersen, C. M. Quaedvlieg, H. P. Riviere,
M. W. Roman, F. L. Ruben, W. Whider, J. Zhand.
Per la scultura con i temi della Campagna romana si presenta un inedito bronzo di
Camillo Innocenti, Lo Zampognaro (c. 1903).
Completano la rassegna 12 fotografie d’epoca con le immagini del Colosseo, Piazza del
Popolo, Piazza di Spagna, il Palazzo del Quirinale, la Tomba di Cecilia Metella, Fontana di Trevi,
l’Arco di Tito, la Piramide di Caio Cestio, il Tevere con le imbarcazioni dei canottieri.
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Fiori al Campo dei Fiori 1900 - 1980 fiori e natura morta da Balla a Ziveri
mostra e
catalogo a cura di Lela Djokic e Daina Maja Titonel
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9 dicembre 2004 - 31 gennaio 2005 |
comunicato stampa (38.5kb)
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recensioni su web:
Exibart - Fiori al Campo dei Fiori |
In occasione degli undici anni di attività da gallerista, Lela Djokic inaugura giovedì
9 dicembre 2004 la mostra Fiori al Campo dei Fiori.
In esposizioni fiori e nature morte di: G. Balla, R. G. Battaini, M. Cascella,
G. Casciaro, G. Chini, R. Dal Molin Ferenzona, D. De Angelis,
G. De Sanctis, F. De Pisis, A. Donghi, L. Fontana, R. Francalancia,
P. Gaudenzi, G. Guerrini, G. Marussig, A. Noci, V. Nomellini,
A. Pincherle, E. Pregno, G. Romiti, A. Spadini, G. Szoldatics,
G. Tempestini, F. Trombadori, R. Villani, E. Zampetti Nava, A. Ziveri.
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